La Crack-pie

… quando ti innamori della storia di una ricetta!

Durante il primo, durissimo, lockdown i libri e le series ci hanno aiutato a passare il tempo, distogliendo l’attenzione dai bollettini quotidiani sull’andamento della pandemia.

Quando ho conosciuto la storia di questa torta me ne sono innamorata: per la giovane età della chef che l’ha inventata, perché nello sfondo c’è New York e soprattutto perché è la storia di un grande sogno che si avvera, per la precisione un sogno americano.

Christina Tosi è una giovane pasticciera, originaria dell’Ohio, che, insoddisfatta della strada tracciata dalla sua famiglia per lei, si trasferisce a New York per cercare di fare la pasticciera, la mastropasticciera, un lavoro per il quale ‘ mi sarei alzata la mattina felice!’ ( se avete Netflix guardate l’episodio di Chef Table seconda stagione con lei protagonista)

Così nasce la crackpie così: usa quello che trova in dispensa, senza dosare gli ingredienti, una volta cotta il suo interno è molle, perciò la mette in freezer per tre ore. La fa scongelare in frigo per due ore e solo allora, fredda e cosparsa di poco zucchero a velo, la fa assaggiare alla brigata del ristorante dove lavora come prima pasticcera.

Mentre il resto della brigata prende posto al grande tavolo della cucina per la riunione, ognuno con il suo caffè, Christina mette la sua torta sul tavolo. Taglia la torta a fette e si alza per andare a prendere le forchette. Quando torna al tavolo tutti hanno mangiato la sua torta con le mani, alcuni erano già alla seconda fetta. La torta in questione fu quindi nominata Crack-pie, perché, come una droga, non riesci a smettere di mangiarla. Christina Tosi ha anche inventato il dolce al latte e cereali, usando il latte dove aveva messo a bagno per una ventina di minuti i fiocchi d’avena, un altro successo! E la sua carriera ha decollato: dopo dieci anni di gavetta ha aperto la sua prima pasticceria nell’East Village, MILK. Come potevo non provare a preparare questo dolce con una storia così?

Necessitava di qualche ingrediente particolare, una volta reperiti finalmente sono riuscita a prepararla. Vi assicuro che è più complicata da spiegare che da fare… la lista degli ingredienti:

Per la base

115 gr. di burro

40 gr. di zucchero bianco semolato

75 gr. di zucchero light brown (lo trovate su Amazon)

1 tuorlo d’uovo

80 gr. di farina 00

120 gr. di fiocchi d’avena

1 punta di cucchiaino di lievito per dolci

1 pizzico di bicarbonato di sodio

2 gr. di sale

e infine …

15 gr. di zucchero di canna

1 gr. di sale

55 gr. di burro morbido

Per il ripieno

300 gr. di zucchero semolato

180 gr. di zucchero light brown

20 gr. di latte in polvere

24 gr. di farina di fioretto (di mais finissima)

6 gr. di sale

225 gr. di burro morbido

160 gr. di panna fresca

1 cucchiaino di estratto di vaniglia

8 tuorli d’uovo

Niente male eh?

Come vedete le dosi del ripieno possono essere dimezzate e così ho fatto, visto che era la prima volta che preparavo il dolce e non volevo sprecare gli ingredienti in caso di insuccesso. Quelli del biscotto all’avena invece non si possono dividere in due perciò la metà che mi è avanzata l’ho usata per un altra ricettina niente male che posterò a breve!

Sono partita dalla preparazione della base. Ho montato con le fruste elettriche il burro con gli zuccheri. Ho aggiunto il tuorlo d’uovo continuando a montare sino a che il composto non ha assunto un colore giallo chiaro. Ora ho unito la farina, il lievito, il pizzico di bicarbonato e il sale. Ho amalgamato bene il tutto sino ad ottenere un composto omogeneo. In ultimo ho aggiunto i fiocchi di avena, amalgamandoli bene al resto. Su una teglia foderata di carta forno ho steso l’impasto ottenuto non troppo sottile, come un grande biscotto. L’ho cotto in forno sino a doratura.

Così prima della cottura…
… e una volta cotto!

Una volta freddo l’ho spezzettato con le mani e tritato al mixer con 15 gr. di zucchero e 1 gr. di sale. A questo punto, come per una cheesecake, ho aggiunto 55 gr. di burro fuso ed ho impastato ottenendo una sorta di sabbia umida con la quale ho foderato uno stampo da 25 cm. ricavando anche un poco di bordo e l’ho messo in frigo.

Questo passaggio lo potete fare anche il giorno prima, tenendo in frigo lo stampo, preparando il ripieno con tranquillità il giorno dopo.

Per il ripieno ho miscelato bene tutti gli ingredienti secchi, ho aggiunto il burro fuso e ho impastato con le fruste elettriche sino a quando il composto ha cominciato a cambiare colore e rapprendersi leggermente. Ho quindi aggiunto l’estratto di vaniglia e la panna fresca a filo, continuando a frullare. Ho ottenuto alla fine un bel composto montato, tipo quello del pan di Spagna. Solo ora ho unito i tuorli d’uovo, continuando a frullare.

Ho ripreso il mio stampo dal frigo e ho aggiunto il ripieno.

Pronta per il forno

Ho infornato a 180 gradi statico per 15 minuti, quindi ho aperto il forno e appena la temperatura è scesa a 160 gradi ho richiuso il forno e fatto cuocere ancora 5 minuti.

Come mi aspettavo il ripieno a fine cottura era tremolante, perciò una volta fredda ho coperto con la pellicola la torta e l’ho messa in freezer per circa tre ore.

Dopodiché l’ho messa in frigo per un paio d’ore almeno, a scongelare, ho poi cosparso di poco zucchero a velo e tagliato a fette…

Considerazioni:

In frigo durerà anche una settimana. E’ un dolce molto ‘americano’, con una storia bellissima, il sapore ricorda quello della caramella mou e vi avverto: è molto dolce!

Non so se incontrerà il gusto di tutti, ma è stato comunque affascinante prepararla perché la storia dietro questa torta mi ha stregato!

ALLERT!!!

Alla fine mi sono avanzati alcuni ingredienti: metà biscottone d’avena, un poco di panna fresca e 5 albumi. Nella prossima ricetta che posterò vi racconto cosa ho combinato. Stay tuned!