…la mia piantina di timo cresce bene!

Questa ricetta l’ho trovata scarabocchiata nel mio ‘quaderno delle idee’. E’ un quaderno dove prendo appunti su ciò che leggo, sento o assaggio. Appunti che tengo lì, tutti insieme per non dimenticare. Ricordo di averla letta in una libreria in Costa Azzurra, oramai due anni fa. La Tatin la conosciamo soprattutto come dolce, in questo caso è salata e, allora, mi aveva colpito per questo.
Le mie piantine aromatiche mi fanno abbastanza ‘dannare’. Sono più quelle che ricompro di quelle che riesco a far vivere più di qualche mese. Il timo ad oggi sopravvive, nel senso che è ancora sano ma non cresce tanto, né in altezza né in larghezza. Quindi ho paura che presto, con l’arrivo del caldo, lo perderò. Ecco come ho fatto l’associazione di idee con la ricette che segue, usiamolo subito, ora che è profumatissimo, prima che sia troppo tardi!

1 rotolo di pasta sfoglia
4 patate medie
3 cucchiai di panna
3 cucchiai di olio extra
1 cucchiaino di timo fresco
sale e pepe
noce moscata
qualche foglia di alloro
Ho sbucciato le patate, le ho sciacquate sotto l’acqua corrente e tagliate a rondelle non troppo sottili. Le ho lessate nel brodo vegetale per 7 minuti, devono ammorbidirsi ma restare sode.
In una ciotola ho amalgamato la panna con l’olio e poi ho aggiunto tutto il resto tranne l’alloro.

Le foglie d’alloro vanno messe sul fondo della teglia come guarnizione, io non le avevo e ho usato quelle tritate. Diciamo che la parte coreografica un pò a perso!

Ho scolato le patate e le ho disposte sul fondo della teglia unta per bene e sopra ‘le foglie’ di alloro. Ho quindi distribuito la salsa per bene su tutto e infine ho coperto con la pasta sfoglia, pressando bene i bordi.

Ho infornato a 180 gradi per circa 30 minuti, sino a che la pasta sfoglia si è colorata come un biscotto. Ho lasciato intiepidire prima di rovesciare la Tatin su un piatto e ho portato a tavola.
Il sapore è molto particolare, la tenerezza delle patate in contrasto alla croccantezza della sfoglia è goloso. La prossima volta eviterei il passaggio in brodo alle patate, terrebbero meglio la cottura, conservando la forma.
E’ una ricetta insolita ma molto ‘francese’ e quindi buonissima!
